Parrocchia Santissima Trinità


Breve storia della chiesa
Da un’indagine generale sullo stato di conservazione interna ed esterna della Chiesa Parrocchiale della SS.ma Trinità in Traversagna, derivata da una prima analisi certamente non esaustiva, ma sufficientemente accurata per trarre delle prime conclusioni, è emersa una situazione degenerante diffusa, seppur di non grave entità e recuperabile in molti dei suoi aspetti.
La Chiesa edificata intorno alla fine del 1700, come è riferito anche nelle cronache locali dello storico Repetti, (presumibilmente il 1784 come dato ricavato da più documenti) per volere dell’Avvocato Gusci, importante proprietario terriero dell’ epoca e del- l’adiacente villa, nasce dalla prima bonifica dei terreni paludosi del vicino Padule di Fucecchio che, all’epoca, occupava gran parte della zona.
La situazione della chiesa oggetto del presente studio può essere qua di seguito così sintetizzata:
esiste una reale difficoltà nel trovare adeguate informazioni e descrizioni storiche, motivata dal fatto che l’edificio nasce come piccola chiesa di campagna, priva cioé di quella importanza riservata ad altri monumenti di ben altra storia e valore architettonico ed in luoghi caratterizzati da particolari e difficili situazioni ambientali (molte fonti storiche descrittive non la citano nemmeno);
l’uso dei materiali, delle soluzioni ed interpretazioni architettoniche utilizzate (ad esempio il prònao caratterizzato da tozze colonne non rastremate e prive di un ordine classico) denotano uno stile tardo settecentesco sobrio ed essenziale, quasi “francescano” come denuncia la copertura lignea della chiesa a capriate con scempiato di pianel e in cotto;
all’interno, spogliato e deteriorato negli anni dei suoi elementi più caratteristici (alta re, mensa, dipinti su tela, coro ligneo ecc…) sostituiti da elementi di gusto sicuramente discutibile, rispecchia la situazione esterna di poca “chiarezza.
Tuttavia il rispetto e la salvaguardia di un oggetto così importante per la cristianità dei nostri luoghi, mi impone una seria analisi per ipotizzare un intervento che non tenda a creare un “falso storico”, ma mirato a valorizzare, migliorandolo, ciò che esiste. restituendo coscienza e collocazione “viva al luogo-chiesa.


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FRISINA BALDUZZI

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